Sarà il consueto concerto mattutino degli uccelli tra le fronde dell’acero vicino a casa, saranno i sui colori vividi e vibranti, sarà il profumo intenso dei frutti del cedro, ma in estate la natura emana un’energia dirompente che, se riconosciuta e conosciuta, ci induce a passare più tempo all’aperto, portando attenzione al mondo brulicante di vita che abbiamo attorno. Le gite fuori porta certo sono iniziative bellissime, ma basta anche una passeggiata nel parchetto sotto casa o nei grandi parchi cittadini per sconnettersi da tutti gli impegni e le situazioni che nella giornata potrebbero aver risucchiato le nostre energie, ricaricandoci magicamente.
I bambini lo sanno. I bambini sono ottimi maestri. Più sono piccoli e più vorrebbero restare all’aperto, continuare a salire (con le loro gambette) sullo scivolo del parchetto, andare sull’altalena, correre a perdifiato sull’erba o dietro una farfalla in volo. Se poi trovano una coccinella o delle formiche è probabile che si soffermino a lungo, con un interesse spesso commovente, nella contemplazione di quell’insetto o quella comunità così laboriosa e cooperativa. E noi di solito cosa facciamo? Li richiamiamo, li sollecitiamo a muoversi, gridiamo che è proprio ora di andare, invece di comprendere quanto questi momenti siano preziosi, direi davvero fondamentali per cominciare a nutrire la loro relazione con il mondo naturale. Una relazione rispettosa che, se curata e valorizzata dagli adulti di riferimento, permetterà in seguito di bilanciare l’utilizzo degli strumenti digitali, favorendo il benessere e l’equilibrio di bambini e ragazzi e continuando a garantire, al contempo, un pianeta meraviglioso dove vivere.